
LUIGI CHRISTOPHER VEGGETTI KANKU
Luigi Christopher Veggetti Kanku è un pittore afroitaliano di origini congolesi che opera da tempo sulla scena artistica contemporanea. Dal 2002 le sue opere sono state proposte in gallerie italiane ed estere. Al suo attivo mostre collettive, personali, private, museali e partecipazioni in fiere d’arte. Le sue tele sono presenti in diversi cataloghi tra cui la monografia 30 Tele edita Cairo Mondadori e il volume Forte dei Marmi pubblicato da Allemandi. La prima racconta i suoi primi 10 anni di attività artistica, dall’esordio scolastico alle collaborazioni con gallerie; il secondo introduce lo spettatore nella ricerca dell’artista verso le marine e i paesaggi italiani.
Oggi, dopo essersi dedicato negli ultimi anni alle collaborazioni estere, Christopher, è tornato a concentrarsi sul territorio nazionale, proponendo mostre ed eventi socio culturali al fine di sensibilizzare e promuovere una realtà multiculturale.
” Il mondo dell’arte contemporanea ci propone violente rotture che, spesso, solo un iconografico “pugno nello stomaco” ha la forza di evocare.
Christopher, che è un’incarnazione di tutta la potenziale sofferenza che può derivare dallo sradicamento, dal confronto ostile tra popolazioni storicamente contrapposte, smentisce l’impossibilità della conciliazione tra le innumerevoli tensioni culturali che animano il nostro mondo con una sintesi di pacifica e serena luminosità.
Artisticamente si deve ammirare la complessa struttura con la quale costruisce i suoi quadri lavorando ora per addizione, ora per sottrazione, mettendo in evidenza una base rossastra che scalda e arricchisce la sua tavolozza di grigi; o la scioltezza del movimento della mano che tratteggia, senza mai diventare calligrafia, architetture, figure in movimento, distese sabbiose che potrebbero essere in Versilia o in Congo sua patria d’origine. Sorprende la camaleontica disinvoltura con cui ha saputo colmare la sua doppia appartenenza, da una parte alla vitale nazione africana e dall’altra alla maturità, stanca ma ricca di storia, della regione in cui è stato adottato…”
Catalogo ESTATE, Galleria Rubin.
” Come molti suoi predecessori legati alla tradizione d’oltreoceano Christopher, considera lo spazio come luogo di possibili suggestioni, non “spazio di rappresentazione”, nella convinzione che la pittura sia rimozione dell’apparenza. Nel suo percorso artistico c’è sicuramente la lezione dei grandi maestri ma si può dire che la fascinazione iniziale sia risolta in progressiva scelta di autonomia, più concentrata nella ricerca di un linguaggio, di un timbro caratteristico che ha “marchiato” il suo lavoro sin dalle prove dei volti… “
Rivista, Arte Mondadori.
